Cosa ci rende stranieri?
Torino Teatro n.21 - 5 gennaio 2023. "Otello" di Jurij Ferrini ragiona sull'essere «stranieri» e debutta allo Stabile, che intanto nel 2022 cresce. Il direttore Fonsatti: «Favorire la partecipazione».
In copertina: Jurij Ferrini e Rebecca Rossetti in Otello (foto di Luigi De Palma)
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Paolo Morelli
Primo piano
Le differenze sono una questione su cui l’umanità si arrovella, spesso inutilmente, da sempre. Sono davvero così importanti? Jurij Ferrini, attore e regista, ha lavorato su Otello di William Shakespeare per portarlo, in prima nazionale, al Teatro Gobetti dal 10 gennaio al 5 febbraio (per la stagione del Teatro Stabile). Otello è lui ed è bianco di pelle, ma la sua «differenza» è rappresentata da un segno sul viso, come fosse una cicatrice di guerra. Iago, il cattivo, colui il quale insinua il dubbio e la gelosia in Otello, è invece una donna, Rebecca Rossetti, che dà al personaggio delle fattezze androgine. Può apparire strano, forse poco fedele al testo originale, ma l’intento di Ferrini è lasciare emergere i temi, superare le differenze - anche in maniera straniante - per fare emergere la nostra diffidenza nei confronti di quelle stesse differenze.
Nell’intervista che mi ha rilasciato per il Corriere della Sera, di cui scrivo oggi sul giornale, Ferrini ha spiegato che «la gelosia è un tema eterno e non serve attualità su questo, qui ci sono altre cose terribilmente attuali, dall’uso della parola “negro” al sentirsi indegni, insicuri». Perché sì, nello spettacolo è utilizzata, da parte di Iago, la cosiddetta N-word, allo scopo di riproporla al pubblico per non nascondere le discriminazioni, la passione per le differenze che ancora innerva la nostra società. Il tema, infatti, non è che Otello sia nero, anzi «negro», ma che si senta «straniero in terra stranieri», agitato da qualcuno che soffia sul fuoco di questo sentimento di alterità. Quanti di noi si sentono «stranieri in terra di stranieri»?
Può accadere per tanti motivi, dai più futili ai più profondi. Dal taglio di capelli al modo di vestire, dall’appartenenza politica all’orientamento sessuale. C’è sempre un limite, come il confine di una nazione, intorno al quale ci muoviamo, stando di qua o di là. Dove essere entro il confine dà sicurezza, superare quel confine porta invece all’insicurezza, alla paura, alla diffidenza. Eppure quel confine, per essere umani, occorre superarlo continuamente, senza nemmeno rendersene conto, perché il confine, esattamente come accade per le nazioni, è pura convenzione. Si tratta di un tema molto complesso ma centrale per il nostro modo di intendere la società. Eppure il dibattito, sulla questione, appare ancora «confinato» in pochi ambienti culturali.
I biglietti per Otello costano da 25 a 28 euro. Il 18 gennaio alle 17.30, al Teatro Carignano, Jurij Ferrini e gli attori della compagnia incontreranno il pubblico durante un incontro del ciclo Retroscena, condotto da Matteo Tamborrino (ingresso libero con prenotazione obbligatoria). Mentre il 20 gennaio, alle 17, Jurij Ferrini racconterà Otello alle Officine Caos (ingresso libero).
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