Fuori dal teatro, intorno al teatro: fra Medea e un "bus dei sogni"
Torino Teatro n.41 - 23 marzo 2023. Dentro Biennale Democrazia torna il "Bus dei sogni" verso Barriera di Milano, ce lo racconta Giulietta De Bernardi. E al Teatro Astra si ragiona su Medea.
In copertina: una scena di Medea. Una madre in arrivo al Teatro Astra
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E ora su il sipario!
Paolo Morelli
Primo piano
Un archetipo, un mito universalmente noto, un’opera riscritta più volte e in ogni circostanza svelata con una sfumatura diversa. Medea è più di un semplice personaggio: da un lato è una madre che uccide i propri figli, dall’altro è una donna che prende in mano la propria vita. Medea è tante cose e, forse, per meglio comprenderla occorre distaccarsene. Questa, ad esempio, è l’operazione che compie il regista Liv Ferracchiati, autore della drammaturgia di Medea. Una madre con Piera Mungiguerra. Alla base ci sono diversi testi ma soprattutto le versioni di Antonio Tarantino, Seneca e Euripide (con qualche rimando a Tarantino).
L’opera andrà in scena al Teatro Astra dal 28 marzo al 2 aprile (biglietti a 11-27 euro), per la stagione della Fondazione Tpe. In scena ci sono Anna Coppola e Francesca Cutolo, nei panni dei figli di Medea, che in questa riscrittura cercano di comprenderne il gesto. «Una teca al centro della scena e, al suo interno, un simulacro: Medea come oggetto di indagine - si legge nella presentazione -. Sono i suoi stessi figli che, in un gioco fuori dal tempo, provano a ricostruire chi sia la madre e il movente dell’azione che l’ha resa mito.
La ricerca procede attraverso il vaglio di alcuni dei tanti punti di vista che hanno raccontato le sue gesta, vengono esaminate le diverse riscritture, che i due affrontano come fossero pareri di testimoni oculari, non dimenticandosi di giocare».
Dunque si può provare ad andare oltre il mito per capire questa figura? Possiamo tentare, possiamo non tanto giustificare quel gesto efferato - questo mai - ma comprenderlo sì. E questo avvicinamento e allontanamento dalla figura di Medea, infilata in una teca come un oggetto museale, è l’occasione per riflettere su noi stessi, per affrontare delle questioni ancora attuali, dal ruolo della donna alla genitorialità, fino a i meccanismi di potere imposti dall’uomo. Anche se, come dice la presentazione: «L’agire di questo archetipo femminile rimane ancora un enigma». Immergiamoci in questo enigma, senza paura.
L’agenda
23 marzo
Teatro Astra, ore 21
«Un balletto intriso di esotismo idealizzato, sia nella trama melodrammatica che nell’estetica dell’insieme». Così si presenta Bayadère. Il regno delle ombre, coreografia di Michele Di Stefano in scena per la stagione Tpe, nell’ambito di Palcoscenico Danza. Biglietti a 10-27 euro.
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