La memoria non è un gioco di nostalgia
Torino Teatro n.26 - 26 gennaio 2023. La frase che dà il titolo è di Renzo Sicco, che oggi porta in scena Anna Frank e parla ai ragazzi. Il tema è la memoria, che vedremo anche da altre prospettive.
In copertina: Viren Beltramo in Nonno Rosenstein nega tutto
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E ora su il sipario!
Paolo Morelli
Primo piano
Domani è il Giorno della memoria e ci sono tante cose di cui parlare. Ci limitiamo, per questione di spazi, a trattare l’argomento esclusivamente dal punto di vista del ricordo, ma proviamo ad adottare due prospettive diverse. C’è chi è convinto, e lo vedremo in coda a questo numero, che opere come il Diario di Anna Frank possano parlare ai giovani, come Renzo Sicco di Assemblea Teatro. Una convinzione che, come vedremo, ha solide basi. C’è anche chi, come il protagonista di Nonno Rosenstein nega tutto, pur avendo vissuto quell’orrore oggi cerca di rimuoverlo ed è sua nipote - ancora i giovani come risorsa, come speranza - a capire, invece, l’urgenza del ricordo.
Dalla drammaturgia di Marco Bosonetto (autore del libro da cui è tratto lo spettacolo, già pubblicato nel 2000), nasce un’opera per la regia di Savino Genovese, con il regista in scena insieme a Viren Beltramo. La compagnia GenoveseBeltramo presenta Nonno Rosenstein nega tutto dopodomani, 28 gennaio, al Cineteatro Maffei (ore 21, biglietti a 10 euro). La storia racconta di un anziano signore reduce dal lager di Auschwitz, miracolosamente sopravvissuto e tornato in patria dove, in qualche modo, ha ripreso la sua vita di prima. In età avanzata, però, i ricordi lo tormentano e l’unica cosa che vorrebbe fare è cancellarli, far sparire tutto quel vissuto. Perché per affrontare il dolore, quando è così profondo, una soluzione è la rimozione. A costo di finire nelle mani di un gruppo di negazionisti senza scrupoli. Eppure sua nipote si rende conto del pericolo dell’oblio e cerca invece di salvare qualcosa. Si incontrano due generazioni diverse che riflettono sul tema della memoria, non senza una buona dose di ironia. L’opera andrà in scena accompagnata dalla musica klezmer (della tradizione ebraica) eseguita dal vivo.
«Mai come ora - si legge nelle note di regia - sentiamo l’esigenza di raccontare questa storia. Quella di uno scapestrato musicista klezmer, reduce di Auschwitz, che decide di prestarsi all’agghiacciante manipolazione di un gruppo di negazionisti perché non sopporta il peso del ricordo di quanto ha subito nei campi di concentramento e del suo rapporto con la nipote che tenta di salvarlo. Una giovane donna che difende la memoria, ricostruendo con amore, crudeltà e ironia, la fragile esistenza di un uomo, suo nonno, per fornire a tutti noi uno specchio nel quale riflettere. Una giovane donna in rappresentanza di una generazione che sta perdendo i testimoni diretti dell’olocausto e che ha il dovere, la responsabilità, di proteggere la verità storica affinché una simile atrocità non venga negata né riproposta».
L’agenda
26 gennaio
Teatro Colosseo, ore 21
Sabina Guzzanti e Giorgio Tirabassi portano in scena Le verdi colline dell’Africa, un tributo al testo Insulti al pubblico dello scrittore e drammaturgo austriaco Peter Handke. Non c’è una storia, non c’è scenografia e nemmeno i personaggi, ma un testo provocatorio che deliberatamente non racconta nulla. Biglietti a 25-36 euro.
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