Raccontare gli ultimi, pensare a loro per primi
Torino Teatro n.79 - 14 settembre 2023. Il Regio inaugura la stagione con La Juive (e un dress code), Santibriganti lavora con una onlus: «il teatro è come un medicinale". L'agenda si arricchisce.
In copertina: l’immagine guida de La Juive in scena al Teatro Regio (foto di Federica Cocciro)
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Paolo Morelli
Primo piano
Per Mathieu Jouvin, Sovrintendente del Teatro Regio, La Juive è un capolavoro, al punto da dire «ci metto la faccia». Perché, in effetti, se il pubblico italiano poco conosce quest’opera di Fromental Halévy può apparire come un’incognita. L’ultima rappresentazione al Regio avvenne addirittura nel 1885, nella versione in lingua italiana su libretto di Eugène Scribe. Ora l’ente lirico ci riprova con un nuovo allestimento, a cura di Stefano Poda, grazie a una scenografia potente ed elaborata, per la direzione di Daniel Oren. Così il Regio aprirà la propria stagione il 21 settembre, mentre due giorni prima proporrà – anzi, riproporrà – l’Anteprima Giovani. Con il nuovo cartellone, diventa strutturale questa iniziativa dedicata agli under 30, che a 10 euro possono seguire la prova generale grazie a un format con presentazioni, spettacolo e musica. Quanto alla prima «vera e propria», ci sarà un dress code: è richiesto il black tie. Motivo? La prima di stagione dev’essere un vero evento per la città.
«L’obiettivo che mi sono riproposto per questa nuova stagione – ha detto il direttore artistico, Cristiano Sandri – è di permettere al pubblico di ascoltare grandi nomi e nuove proposte che altrove hanno già dato prova di talento». La Juive è considerata un’opera emblematica del genere grand-opéra francese, dove le vicende individuali si inseriscono in un contesto storico. L’ebreo Éléazar e Rachel, da lui allevata come figlia adottiva nella religione ebraica, ma appartenente alla stirpe del Cardinale Brogni, sono al centro dell’opera. Agli inizi del ’400, durante il Concilio di Costanza, possiamo seguire l’amore fra Rachel e il principe Léopold e la vendetta maturata da Éléazar contro gli odiati cattolici proprio attraverso l’amata Rachel. Quest’ultima segue il padre adottivo al martirio finale cui l’ha condannata (senza saperlo) il vero suo padre, il terribile cardinale. «Il sacrificio di Rachel – ha detto Stefano Poda – diventa il simbolo dell’oppressione di ogni minoranza. L’antisemitismo è il più nero esempio della violenza di una maggioranza pronta a schiacciare i più deboli». Per questo, secondo Daniel Oren, quest’opera ancora oggi ci commuove. L’antisemitismo, come ogni tipo di discriminazione, è una triste costante nella storia del mondo.
La Juive, per la stagione Amour toujours, sarà in scena fino al 3 ottobre. Biglietti a 10-160 euro.
L’agenda
14 settembre
Fonderie Limone di Moncalieri, ore 20.45
Con ab [intra] parte Torinodanza festival. La coreografia di Rafael Bonachela, alla guida della compagnia spagnola Sydney Dance Company, mostra un trasferimento di energia dall’interno all’esterno. Fino al 16 settembre. Biglietti a 27 euro.
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