Torino Teatro - N.7/2022
10 novembre 2022. Al via la stagione di Fondazione Tpe, nasce un festival e Ivrea celebra il libro attraverso il teatro. Intervista a Claudia Spoto: "Nel teatro e nella sua socialità si sta bene"
In copertina: Processo Galileo al Teatro Astra il 12 novembre (ph. Masiar Pasquali)
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Buona lettura!
Paolo Morelli
In questo numero
Claudia Spoto ci racconta il Teatro Colosseo e soprattutto il lavoro fatto sul quartiere e sulla città, da un punto di vista privilegiato. La copertina di questo numero è dedicata alla Fondazione Tpe, che con Processo Galileo apre la propria stagione, di cui parleremo meglio giovedì prossimo.
Ci sono spettacoli che mescolano arti e tecnologia a Casa Fools e al Teatro della Concordia, mentre lo Stabile propone due nuovi lavori e il Teatro Superga, con un importante musical, lancia la nuova stagione. Diamo notizia di nuovi progetti che mettono al centro, da due prospettive diverse, le donne. E poi non dimentichiamo il forte legame fra libri e teatro, ce lo ricordano da Ivrea.
Primo piano
Processo Galileo (foto in copertina) apre la stagione 2022/2023 di Fondazione TPE ed è la prima produzione realizzata da Andrea De Rosa, da quest’anno direttore dell’ente teatrale, che firma questo spettacolo con Carmelo Rifici. Si tratta anche della prima delle sei produzioni che caratterizzano il tema della stagione, Buchi neri. L’opera debutta sabato 12 novembre (ore 19.30), al Teatro Astra, dove resterà in programma fino al 20 novembre. Biglietti a 10-27 euro.
Dal testo di Angela Dematté e Fabrizio Sinisi (dramaturg Simona Gonella), la vita e l’opera di Galileo si trasformano in uno spartiacque per la nostra cultura, una chiave di volta della modernità occidentale. Proverbiale la sua abiura, quel «eppur si muove» pronunciato, non si sa bene come (evento estremamente romanzato ma illuminante), che ha causato un’onda lunga giunta fino a oggi, al pari del suo contributo scientifico. La storia di Galileo è «un big bang la cui espansione si mostra oggi nella sua forma più realizzata e problematica». Galileo spezza la fissità dei cieli aristotelici e rompe il legame fra scienza e teologia, ripensando il modello di rappresentazione del mondo che per secoli aveva rincuorato l’uomo. Rincuorare, ecco, rassicurare soprattutto. E chi rompe le rassicurazioni è sempre visto come un ribelle, un eretico.
Da un lato c’è il testo di Angela Dematté, che porta in scena una giovane intellettuale dei giorni nostri con il compito di raccontare per una rivista divulgativa il cambio di percezione della realtà posto oggi dalla scienza, ma un lutto familiare mette in discussione la sua visione del mondo. Dall’altro c’è la visione di Fabrizio Sinisi, per il quale Galileo, inteso come inizio di un processo storico, non è più un individuo ma «un dispositivo di trasformazione del mondo attraverso il quale l’umanità cerca di fondare una nuova nozione del divino». I testi dei due drammaturghi si legano proprio grazie alle parole del famoso processo a Galileo del 1633.
L’agenda settimanale
10 novembre
Casa Fools, ore 21
Dante può essere «remixato» in chiave elettronica? Ci prova lo spettacolo Hell Remix, che celebra l’Inferno in chiave musicale, da Vivaldi a Piazzolla, con un viaggio fra classico e contemporaneo. In scena Roberta Calia, Luigi Orfeo (che cura adattamento e regia) e Stefano Sartore. In programma fino al 12 novembre. Biglietti a 8-12 euro.
Teatro della Concordia di Venaria Reale, ore 21
Little Boy è il nome della bomba atomica sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945, un nomignolo affettuoso per un ordigno che ha causato la peggiore strage di tutti i tempi. A raccontarne la storia, nell’omonimo spettacolo, è Roberto Mercadini (con Dario Giovannini), una storia piena di «little boys» e contraddizioni. Biglietti a 11-13 euro.
Teatro Studio Bunker di Torino, ore 21
L’Accademia dei Folli, fino al 13 novembre, porta in scena Moby Dick, capolavoro di Herman Melville. Achab e la sua ciurma accolgono il pubblico sul Pequod, ma in questa riscrittura gli spettatori diventano l’equipaggio stesso della celebre baleniera. Testo di Emiliano Poddi, regia di Carlo Roncaglia. Biglietti a 8-15 euro.
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